Lorenzo Castore
3 maggio 2024
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QUESTA È LA PRIMA MOSTRA ITALIANA DI TIME MAZE, IL LAVORO IN PROGRESS DI UNA VITA, UNA SPECIE DI AUTOBIOGRAFIA LETTERARIA DOVE I CONFINI TRA REALTÀ E FINZIONE SI FONDONO IN UNA COSTANTE TENSIONE TRA LA SFERA INTIMA E PRIVATA E UN CONTESTO PIÙ AMPIO E POLITICO CHE HA A CHE FARE CON LA STORIA E LA CULTURA.
“Questo corpo di immagini mi accompagna da sempre ed è in continua evoluzione, come il modo in cui viene trasformato e prende vita nel corso degli anni. L’esperienza attraverso il passare del tempo mi ha aiutato a dare forma a un nuovo alfabeto e a un nuovo linguaggio, stimolando una rivelazione: la memoria emerge, quello che sembra piccolo e insignificante si fonde con qualcosa di più grande e misterioso.
Il tempo è il mio tempo intimo, la mia esperienza individuale in tutta la sua singolarità annegata nel tempo storico che mi è capitato in sorte. Attraverso la fotografia provo a lasciare tracce di un passaggio fatto di incontri e istanti, attraverso i quali cerco di costruire un senso di appartenenza fuori dal tempo. Quando ho cominciato ho avuto da subito il desiderio di creare un corpo di lavoro dentro il quale un giorno mi sarei potuto ritrovare, una specie di costellazione. Avevo talmente tanta strada davanti che anche solo pensarci mi faceva venire le vertigini. Potevo solo vivere e lavorare, ed è quello che ho fatto. La memoria è un processo di accumulazione di ricordi costituita non solo da catene di avvenimenti ma da stati emotivi che nel tempo riemergono diventando parte di noi. Questo processo è per me sempre sorprendente e si alimenta dalla capacità di aderire al presente. Nel corso degli anni il mio archivio si è costantemente ampliato arricchendosi di nuove parole, come un vocabolario in continuo aggiornamento : è come se avessi sognato di avere una storia d’amore con qualcuno che per anni ha rappresentato un ideale fuori dalla mia portata, impossibile da incontrare per davvero, finché poi quel qualcuno si é reso più accessibile, prendendo una sua fisionomia reale e avvicinandomi fino ad invitarmi a stare insieme. All’inizio ho accolto questo invito con titubanza e imbarazzo ma poi mi sono sentito sempre più a mio agio e il piacere di frequentarsi è via via cresciuto fino a diventare insostituibile. Quel qualcuno non è più la figura ideale che avevo in mente, ha difetti e limiti, ma esiste ed è lo specchio della mia storia. Continuo ad aggiungere parole a quel vocabolario e spero di avere la forza di continuare a farlo a lungo, con la preziosa sensazione di avere finalmente messo le basi per il mio universo di frammenti. Oggi vedo i contorni della mia vita e del lavoro di tanti anni prendere forma dandomi la possibilità di esprimermi nella mia lingua”. LORENZO CASTORE Lorenzo Castore nasce a Firenze nel 1973. Il suo lavoro – intrecciato all’esperienza personale - è caratterizzato da progetti di lungo termine che hanno come tema principale l’identità, la memoria e la relazione tra piccole storie individuali, il presente e la Storia. Ha esposto il suo lavoro internazionalmente in numerose mostre personali e collettive. Ha pubblicato undici libri monografici: Nero (2004), Paradiso (2005), Ultimo Domicilio (2015), Ewa & Piotr – Si vis pacem para bellum (2018), Land (2019), 1994-2001 | A beginning (2019), Glitter Blues (2021), 2001-2007 | Lack & Longing (2022), WallS (2022), Séte #23 (2023), Fièvre (2024). Ha realizzato tre film brevi: No peace without war, con Adam Grossman Cohen (2012), Casarola (2015) e W (2022). Questa è la sua prima mostra con Guido Costa Projects.